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Legatura delle emorroidi: come funziona e quando effettuarla

Pubblicato il 18 Dicembre 2020.

Quando è necessaria la legatura delle emorroidi? L’infiammazione delle emorroidi è un disturbo davvero sgradevole. La sintomatologia associata prevede dolore, prurito, bruciore anche molto acuti. Chi di noi soffre di emorroidi dolorose non ha vita facile: imbarazzo e disagio possono rallentare e alterare notevolmente la routine. Vediamo come trattare la malattia emorroidaria e quando è necessario intervenire con la legatura elastica.

Cosa è la legatura elastica e quando è necessaria?

Partiamo dai gradi di classificazione delle emorroidi. In medicina le emorroidi vengono classificate in quattro gradi o stadi a seconda della gravità del quadro clinico:

  • 1° grado. Si verifica l’aumento di volume di uno o più cuscinetti emorroidari con fastidio, prurito e possibile sanguinamento durante l’evacuazione.
  • 2° grado. Avviene il prolasso emorroidario iniziale (fuoriuscita delle emorroidi dal canale anale), solo durante l’evacuazione, con successiva riduzione spontanea. Possono manifestarsi fastidio, prurito e sanguinamento.
  • 3° grado. Il prolasso emorroidario necessita di riduzione manuale. La sintomatologia prevede fastidio, prurito, sanguinamento, dolore e lieve incontinenza fecale.
  • 4° grado. Il prolasso è permanente e non riducibile manualmente. I sintomi sono dolore, prurito intenso, costante incontinenza fecale.

La legatura delle emorroidi è mirata a trattare la malattia emorroidaria nei suoi primi stadi. Questa pratica risulta pertanto indicata in questi casi:

  • Emorroidi di I grado che rimangono all’interno dell’ano e il cui principale sintomo è il sanguinamento, (si pratica la legatura elastica quando la terapia dietetica e/o medica non ha dato risultati apprezzabili).
  • Emorroidi di II grado prolassate, cioè fuoriuscite dal canale anale.
  • Emorroidi di III grado. Solo in caso di pazienti anziani che non possono affrontare un intervento chirurgico, quando le emorroidi fuoriescono dall’ano e vengono ridotte manualmente.

Questa pratica è effettuata in ambulatorio senza anestesia, tramite l’utilizzo di due strumenti:

  • Proctoscopio. Si tratta di una sonda sottile e rigida, introdotta nell’ano con delicatezza, mentre il paziente è sdraiato su un fianco;
  • Legatore ad aspirazione, che serve letteralmente a “legare” il nodulo emorroidario patologico, per ridurne il flusso sanguigno e il prolasso, i due principali sintomi da gestire.

A seconda del grado della patologia e delle caratteristiche del paziente:

Emorroidi: Scopri il grado di patologia
Conoscere la patologia emorroidaria è il primo passo per viverla serenamente. Con alcune semplici domande interattive e pochi clic, puoi iniziare a comprendere la gravità del disturbo e come trattarlo.
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  • Può essere legato un solo gavocciolo emorroidario alla volta. In questo caso tra una legatura e la successiva è preferibile un intervallo di almeno due settimane. Saranno necessarie 3-4 sedute per completare il trattamento.
  • Possono essere legati più gavoccioli contemporaneamente, completando il trattamento in un’unica seduta.

Prima di affrontare la legatura è consigliabile il digiuno nelle quattro ore precedenti il trattamento.

Come funziona la legatura elastica delle emorroidi?

Stabilita la necessità di una legatura delle emorroidi, scopriamo subito in cosa consiste la procedura.

Si introduce delicatamente un proctoscopio del diametro di circa 2 cm nell’ano del paziente. Si afferra con una pinza (o si aspira) la base del nodulo emorroidario e la si lega con un elastico, in una zona scarsamente sensibile al dolore. Questo passaggio consente di ridurre il flusso di sangue alle emorroidi. Ne conseguono:

  • Necrosi parziale dei cuscinetti emorroidari patologici (4-5 giorni dalla legatura);
  • Caduta dell’elastico (7-10 giorni dalla legatura);
  • Cicatrizzazione (circa 2 settimane dalla legatura).

Il risultato di questa pratica è una riduzione del sanguinamento e del prolasso (cioè la fuoriuscita dall’ano dei cuscinetti emorroidari dopo l’evacuazione), i due principali sintomi per i quali i pazienti si rivolgono allo specialista.

Riassumendo, ecco il procedimento della legatura delle emorroidi in tre step:

  1. Aspirazione o presa controllata. Il medico procede a introdurre delicatamente il proctoscopio nel canale anale del paziente. Si infila nel proctoscopio il legatore ad aspirazione, si esercita una aspirazione o presa controllata delle emorroidi patologiche.
  2. Legatura vera e propria. Tramite il legatore viene apposto l’elastico, alla base del tessuto emorroidario aspirato, che viene quindi “strozzato”. Il flusso sanguigno defluisce, indebolendo il sanguinamento.
  3. Conclusione della procedura. Il proctoscopio viene estratto, si appone un morbido tampone di spugna nel canale anale e la legatura elastica è conclusa.

Dopo la legatura: come gestire la convalescenza?

Essendo una tecnica ambulatoriale, la legatura elastica delle emorroidi non necessita di ricovero. Il paziente può riprendere il giorno stesso le proprie normali attività, mentre è sconsigliabile svolgere attività sportiva nei primi due giorni dalla legatura.

Inoltre, in caso di sintomatologia fastidiosa, è possibile agire in fretta sui sintomi, con un trattamento ad uso locale. Su raccomandazione del medico o del farmacista, è possibile scegliere una linea di prodotti per ogni grado del disturbo emorroidario , in base alle proprie necessità. 

Ad esempio, è possibile utilizzare una farmaco di automedicazione per emorroidi, per ridurre infiammazione, dolore e gonfiore, utile in fase acuta. Inoltre, possiamo utilizzare un gel per emorroidi senza medicinali con formulazione emolliente e protettiva, per ridurre i fastidiosi sintomi della patologia emorroidaria e favorire i processi di riparazione dei tessuti, e utile anche come mantenimento e prevenzione.

Nella settimana successiva alla legatura è da preferire una dieta ricca di fibre (frutta, verdura) e di liquidi (circa 1,5-2 lt di acqua al giorno), per mantenere le feci morbide e di facile espulsione. L’elastico della legatura rimane in sede per circa 7-10 giorni. Generalmente, l’espulsione dell’elastico non viene rilevata dal paziente, se non per una lieve perdita di sangue che non deve generare timore.

Queste indicazioni sono orientative. Se desideriamo ulteriori delucidazioni, non esitiamo a contattare il nostro medico di fiducia.

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