Intervento alle emorroidi patologiche: quando è necessario?
Intervento alle emorroidi patologiche: quando è necessario?
Pubblicato il 20 Novembre 2020.
Indice
Quando è necessario un intervento alle emorroidi? Molti di noi soffrono di malattia emorroidaria. Questo disturbo può alterare sensibilmente la qualità della nostra vita, poiché porta con sé una sintomatologia piuttosto sgradevole. Vediamo insieme quando è necessario intervenire chirurgicamente sulle emorroidi patologiche e come gestire il periodo di convalescenza.
Malattia emorroidaria e classificazione in base alla gravità
Le emorroidi sono cuscinetti costituiti da una fitta rete di vasi sanguigni e sono fisiologicamente poste nella parte terminale del canale anale. I cuscinetti emorroidari mantengono la continenza fecale e proteggono lo sfintere anale al passaggio delle feci.
In alcuni casi le emorroidi possono diventare sintomatiche e causare dolore e bruciore anale, possibile sanguinamento, prolasso, cioè fuoriuscita dei cuscinetti emorroidari dal canale anale, con conseguente dolorosa e fastidiosa sensazione di prurito, umidità e pesantezza a livello anale.
In medicina le emorroidi vengono classificate in quattro gradi o stadi a seconda della gravità del quadro clinico:
1°grado. Si verifica l’aumento di volume di uno o più cuscinetti emorroidari con fastidio, prurito e possibile sanguinamento durante l’evacuazione.
2° grado. Si assiste al prolasso emorroidario iniziale (fuoriuscita delle emorroidi dal canale anale), solo durante l’evacuazione, con successiva riduzione spontanea. Possono comparire fastidio, prurito e sanguinamento.
3° grado. Il prolasso emorroidario necessita di riduzione manuale. La sintomatologia prevede fastidio, prurito, sanguinamento, dolore e lieve incontinenza fecale.
4° grado. Il prolasso è permanente, non riducibile manualmente. I sintomi sono dolore, prurito intenso, costante incontinenza fecale.
Come affrontare le emorroidi patologiche?
I rimedi da adottare in caso di malattia emorroidaria variano in base alla gravità del disturbo, che possiamo iniziare a comprendere tramite il test interattivo “grado di patologia”.
Emorroidi: Scopri il grado di patologia
Conoscere la patologia emorroidaria è il primo passo per viverla serenamente. Con alcune semplici domande interattive e pochi clic, puoi iniziare a comprendere la gravità del disturbo e come trattarlo.
Non sempre è indispensabile un intervento alle emorroidi. Vediamo quali trattamenti sono indicati per ciascun grado della patologia:
Primo grado. In questo caso è sufficiente correggere il proprio stile di vita. Bere almeno due litri di acqua al giorno, seguire una dieta varia e ricca di frutta e verdura, svolgere attività fisica, regolarizzare l’intestino e assumere eventuali farmaci su consiglio del proprio medico sono gli accorgimenti da seguire.
Secondo grado. È indicato associare cura farmacologica e trattamento ambulatoriale, come ad esempio la legatura elastica, per ridurre l’afflusso di sangue ai cuscinetti emorroidari, facendoli diminuire di volume e alleggerendo la pressione sul plesso emorroidario.
Terzo e quarto grado. In questi casi può essere necessario un intervento alle emorroidi. Soprattutto per il quarto grado è consigliato l’intervento di asportazione delle emorroidi o emorroidectomia. Questa consiste nell’asportazione dei “gavoccioli emorroidari” prolassati all’esterno del canale anale, lasciando guarire le ferite spontaneamente nel giro di qualche settimana. Il dolore, per alcuni giorni dopo l’intervento, può intensificarsi e richiedere l’utilizzo di analgesici consigliati dal medico.
Abitudini post- intervento: 7 pratiche importanti
Può capitare che alcuni di noi debbano risolvere chirurgicamente un problema emorroidario aggravatosi nel tempo. Dopo un intervento alle emorroidi le abitudini comportamentali saranno molto importanti per prevenire la ricomparsa dei sintomi. Ecco sette regole da seguire con attenzione:
Mantenere regolare la funzione intestinale con pasti bilanciati e dieta ricca di fibre e acqua (almeno 2 litri al giorno). Lo scopo sarà favorire il transito intestinale e l’espulsione di feci morbide, per evitare evacuazioni dolorose e peggioramento dei sintomi.
Evitare di stare troppo seduti, per non rallentare il ritorno venoso ai vasi emorroidari. Rinunciamo a lunghe sedute sul WC, scegliamo una posizione sdraiata su un fianco quando ci corichiamo per dormire, facciamo brevi passeggiate per favorire la circolazione.
Dedicare cura all’igiene intima. Utilizziamo acqua tiepida e soluzioni detergenti delicate, eventualmente prescritte dal medico. Asciughiamoci tamponando con un panno morbido.
Non sfregare con carta igienica ruvida. Meglio tamponare utilizzando salviette umidificate per neonati. Andrà bene anche un panno morbido in fibra naturale (lino o cotone) inumidito con acqua tiepida.
Oltre a queste sette pratiche, possiamo utilizzare un prodotto antiemorroidario ad uso locale per attenuare la sindrome emorroidaria in fase acuta e prevenire la ricomparsa dei sintomi.
Su consiglio del farmacista e/o del medico, è possibile scegliere una crema per emorroidi esterne a base di anestetici locali, come la benzocaina, corticosteroidi, come l’idrocortisone acetato, e anticoagulanti come l’eparina sodica, per ridurre infiammazione, dolore e gonfiore.
Per una opzione terapeuticasenza medicinale c’è la possibilità di utilizzare un gel per emorroidi con formulazione lenitiva, emolliente e rigenerante a base di aloe, olio di jojoba e acido ialuronico, per mitigare i fastidiosi sintomi della patologia emorroidaria e promuovere i naturali processi di riparazione dei tessuti.
Per ricevere ulteriori consigli consultiamo il farmacista e/o il medico.